Fisica

Gli incredibili fenomeni prodotti casualmente da John Hutchison

Effetto HutchisonL’effetto Hutchison è “un’insieme di fenomeni scoperti casualmente da John Hutchison durante i tentativi di studiare le onde longitudinali di Tesla nel 1979 in Canada.

Gli effetti prodotti includono levitazione di oggetti pesanti, fusione di materiali dissimili come metallo e legno (come mostrato nel film Philadelphia Experiment); il riscaldamento anomalo di metalli senza bruciare i materiali adiacenti, rotture spontanee di metalli (i quali si separano con modalità di scorrimento laterale), e cambiamenti sia provvisori che permanenti nella struttura cristallina e delle proprietà fisiche dei metalli.

La levitazione di oggetti pesanti dall’Effetto Hutchison non è il risultato di semplice levitazione elettrostatica o elettromagnetica e si verifica come il risultato di interferenze di onde radio in una zona di spazio volumetrico avvolto da sorgenti di alto voltaggio, solitamente un generatore Van de Graff, e due o più bobine di Tesla”.

La spiegazione di Mark Solis (riportata finora) prosegue con “Alcuni cambiamenti temporanei della struttura cristallina e delle proprietà fisiche dei metalli sono, piuttosto, reminiscenze della curvatura del cucchiaio di Uri Geller”.

Uri Geller è famoso per via di alcuni esperimenti con cui lui dice di aver dimostrato le sue capacità di telecinesi, rabdomanzia e telepatia.

Gli Universi Paralleli e la Ragnatela Cosmica

UniversoIl nostro Universo potrebbe essere veramente grande, immenso ma finito, oppure potrebbe essere infinitamente grande. Entrambi i casi sono possibili ma se è vero il secondo caso allora ciò potrebbe implicare l’esistenza di tanti modi con cui la materia può esistere e aggregarsi. Ma se l’Universo è infinitamente grande, può ospitare un numero infinito di universi paralleli.

L’idea di universi paralleli nella fisica fu estrapolata dalla meccanica quantistica diversi anni fa, ma non è ancora stata dimostrata, almeno a livello macroscopico.

Infatti alcuni anni fa è stato prodotto il cosiddetto “gatto di Schrodinger”, ossia “uno stato sovrapposto di due realtà”, uno in cui un gatto è vivo e contemporaneamente un altro in cui lo stesso gatto è morto.

In verità si potrebbe dire che si trattava, più che altro, di un “gattino” di Schrodinger, in quanto nell’esperimento si trattava di un atomo di rubidio, ergo ciò si applicava solo a livello microscopico.

Comunque sia, questa scoperta è stata un importante tassello per lo studio degli universi paralleli. Infatti si è riusciti a rilevare per la prima volta lo sdoppiamento di un singolo atomo ad una distanza rilevante fra i due “doppi” risultanti. Ciò è stato possibile a temperature vicino alla zero assoluto, poiché solo rallentando lo sdoppiamento esso poteva essere osservato prima che l’atomo di rubidio diventasse uno solo, sopprimendo in tal modo dal nostro universo l’altra realtà inizialmente scaturita per lasciarne in esistenza una sola.

Ma che dire di un sistema non quantistico?

Dispositivi quantistici per il teletrasporto dell’energia

TeletrasportoLa capacità di teletrasportare l’energia da un punto a un altro potrebbe rivoluzionare il sistema in cui i dispositivi quantistici operano, ma solo se potrà essere fatta funzionare lungo distanze pratiche. Ora i fisici pensano di sapere come fare.

Il teletrasporto è il trasferimento di un oggetto da un punto nell’universo a un altro senza passare attraverso lo spazio che li separa. È una pratica comune in diversi laboratori sparsi in tutto il mondo. Dai primi anni 90, i fisici vi hanno ricorso per teletrasportare oggetti sempre più complessi, partendo dai fotoni e arrivando più di recente a atomi e ioni.

Questo è appena l’inizio, però. Nel 2010 abbiamo osservato lo straordinario lavoro di Masahiro Hotta, della Tohoku University in Giappone, il quale ha elaborato che dovrebbe essere possibile teletrasportare persino l’energia. Si tratta di un’ipotesi che avrebbe profonde implicazioni nel sistema in cui i dispositivi quantistici e le macchine potrebbero funzionare nel futuro.

Il teletrasporto dell’energia ha però delle importanti limitazioni – la distanza entro la quale può essere trasferita. Le limitazioni sono talmente gravi da offuscare anche un ipotetico utilizzo del teletrasporto energetico nella nanoscala. Questa “forte limitazione distanziale ha ostacolato la verifica sperimentale”, dice Hotta.

Ora, però, lui e un paio di colleghi dicono di aver scoperto un sistema per aggirare questa limitazione e trasferire l’energia attraverso qualunque distanza, o quasi. E questo nuovo protocollo per il teletrasporto dell’energia dovrebbe consentire per la prima volta la verifica sperimentale.

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