Alimentazione tossica

Kebab? No, grazie!

KebabIntestino, polmoni, cuore, lingua, occhi, scarti di macelleria, ossa, sale e grasso animale. No, non è la ricetta della zuppa di una strega ma gli ingredienti della “carne” di un Doner Kebab.

Una moda spopolata in tutta Europa, il kebab è diventato il fast food più diffuso, da Londra a Barcellona, Roma, Berlino, Parigi, milioni di persone lo mangiano ogni giorno, senza sapere che cos’è e quanto pericoloso è per la salute.
Mahmut Aygun, emigrato in Germania dalla Turchia negli anni Settanta è stato uno dei primi fautori della diffusione di questo alimento nel nostro continente. Pare che, originariamente, nei paesi arabi dove è nato, il kebab fosse un piatto artigianale e rustico di carne, anche abbastanza fresco e nutriente, servito con verdure e salse speziate.

Il Doner Kebab (ovvero la versione “da passeggio”, diffusa dalla Germania in tutta Europa, ndr), invece, non ha niente di nutriente, né di buono, purtroppo. Quel sapore anche “non male” e a volte appetitoso, che chiunque abbia mangiato un kebab conosce, non è nient’altro il risultato della lavorazione della carne con quantità spropositate di grasso animale e spezie: questo è quello che inganna il palato.

Chi è abituato a mangiare hamburger da McDonald o altre schifezze del genere, sa bene che il panino sembra buono: questo è solo un sapore indotto dal grasso utilizzato nel processo di lavorazione della carne.

Mangiare carne, un'abitudine che deve far riflettere

CostateQualcuno rivendica la naturalezza del mangiar carne tirando in causa l'uomo primitivo e il nostro essere 'onnivori', ma è davvero così? Andrea Romeo ci spiega di come mangiamo innanzitutto con le parole della nostra cultura. Quest'ultima gioca un ruolo fondamentale nell'acquisizione e accettazione di certe pratiche, come quella di mangiare alcuni animali e non altri.

Quo usque tandem abutere, homo, patientia nostra? (Fin quando abuserai, o uomo, della nostra pazienza?)

Alfred Korzybsky era uno scienziato e filosofo polacco, famoso per aver sviluppato la teoria della general semantics (o semantica generale) secondo cui l'essere umano è limitato dalla struttura del suo sistema nervoso e da quella del suo linguaggio. Una visione sicuramente strutturalista che, seppur abbia dei limiti in quanto circoscrive fortemente ogni fattore 'decisionale' e 'l'autonomia' del 'soggetto' all'interno di un sistema strutturato, in generale porta con sé ineluttabili verità.

La prova che la teoria di Korzybsky sia corretta può essere infatti dipinta attraverso un famoso aneddoto che vede come protagonisti lo stesso filosofo polacco durante una sua lezione ed i suoi studenti. L'aneddoto viene riportato sia sul sito di Wikipedia italiano che su quello inglese alla voce relativa al personaggio in questione, per cui ricopio lo stesso dal sito italiano:

Gli over 65 rischiano la demenza anche con piccole quantità di alcol

AlcolBere anche moderate quantità di alcol incrementerebbe il rischio demenza.

A dirlo è uno studio del Veterans Health Research Institute di San Francisco che ha analizzato lo stato di salute per 20 anni di 1300 donne a partire da circa 65 anni di età.

Il rischio di ammalarsi di disturbi che andavano dal lieve deficit cognitivo alla piena demenza era maggiore fra quelle che bevevano più alcolici.

Inoltre, anche le donne che passavano dall'astinenza completa al bere erano a maggior rischio.

Quelle che bevevano con moderazione, ossia da 7 a 14 drink alcolici alla settimana, avevano inoltre maggiori probabilità di sviluppare problemi con la memoria e il funzionamento del cervello, che possono essere segni di una futura demenza.

“Nel gruppo di donne anziane esaminate, il consumo moderato di alcol non aveva una funzione protettiva”, ha commentato Tina Hoang, che ha condotto la ricerca presentata durante l'Alzheimer's Association International Conference.

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