Prevenzione

Curarsi con la luce del sole

Bagno di soleLa luce del sole è l’alimento più importante per l’essere umano, capace di nutrire e di mantenere in salute il corpo fisico, l’energia vitale, le emozioni e i pensieri.

Quando la nostra relazione con questa fonte di vita si altera viene compromesso l’equilibrio interno dell’individuo e di riflesso anche la sua relazione con l’ambiente esterno. Noi siamo esseri cha hanno bisogno di luce, perché in essa sono contenute le informazioni che riguardano la nostra salute, la nostra evoluzione e la nostra realizzazione.

La luce solare è l’alimento e la medicina gratuita più potente a disposizione dell’essere umano, però questa possibilità non è conosciuta né utilizzata su larga scala, perdendo una straordinaria risorsa di salute, benessere ed evoluzione.

Quando parliamo di luce di solito ci riferiamo alla porzione visibile all’occhio umano di uno spettro elettromagnetico molto più vasto, composto da raggi infrarossi, microonde, onde radio corte e lunghe, raggi ultravioletti, raggi x, raggi gamma e raggi cosmici.

Nello spettro elettromagnetico completo è contenuto il segreto della luce solare e della vita: le proprietà nutritive e terapeutiche fondamentali per la nostra sopravvivenza. Sono stati effettuati molti esperimenti che dimostrano come una carenza di luce solare provochi gli stessi sintomi di una dieta squilibrata, come la tendenza all’obesità, oltre che depressione, comportamenti compulsivi, tendenza a emozioni pesanti come la rabbia ed una serie infinita di patologie anche gravi. Una buona ed equilibrata dieta di luce, durante tutto l’anno, permette non solo di salvaguardare e potenziare la propria salute, ma anche di prevenire moltissimi squilibri e malattie.

I 10 cibi meno ecologici secondo Coldiretti

Ciliege nel mercantileSul podio, ricevono rispettivamente un oro, un argento e un bronzo, salgono le ciliegie cilene, i mirtilli argentini e gli asparagi del Perù.

È la Coldiretti in occasione della Giornata mondiale dell’ambiente, a rendere nota una classifica.

La top ten dipende dal fatto che per arrivare sulle tavole degli italiani alcuni cibi fanno lunghi viaggi, con conseguente consumo di petrolio ed emissioni di gas serra.

Il più lungo tragitto lo fanno le ciliegie dal Cile che attraversano 12mila chilometri con un consumo di 6,9 chili di petrolio e l’emissione di 21,6 chili di anidride carbonica. Gli danno battaglia i mirtilli dall’Argentina: 11mila chilometri, 6,4 kg di petrolio che liberano 20,1 chili di anidride carbonica.

Ma l’elenco è lungo.

La frutta c’è quasi tutta: le more, i cocomeri, i meloni, i melograni, i fagiolini e così via.

Ma eccoli i cibi che avvelenano l’ambiente:

Le cure che i medici non accetterebbero mai per se stessi

Medico criticoEcco il parere di alcuni medici esperti e ricercatori quali cure loro eviterebbero, e molto spesso si tratta di andare contro il modo di vedere più consolidato.

Uno Psichiatra che non assumerebbe mai antidepressivi

La Dott.ssa Joanna Moncrieff è senior lecturer in psichiatria presso il London University College ed autrice di «The Myth Of The Chemical Cure » [Il mito delle cure chimiche]. «Esercito nel campo della psichiatria da oltre 20 anni, e per la mia esperienza gli antidepressivi non fanno nulla di buono.

Non li assumerei in nessuna circostanza, nemmeno se fossi a rischio di suicidio. Tutti gli studi mostrano che – nel migliore dei casi – gli antidepressivi ti fanno sentire un po’ meglio di quanto non farebbe un placebo, il che non significa che curino la depressione. Dopo anni di scannerizzazione del cervello, non abbiamo una sola prova che la depressione sia collegata ad un qualche squilibrio chimico cerebrale, dunque è discutibile l’idea in sé di trattarla con sostanze chimiche.

Ritengo la depressione una reazione estrema alle circostanze, ed il modo migliore per uscirne è di eliminare le cause, il che a volte vuol dire psicoterapia, a volte modificare la situazione trovando un nuovo lavoro o risolvere i problemi relazionali. Naturalmente esistono alcune persone che sono depresse senza un apparente motivo, ma ugualmente non abbiamo ancora alcuna prova né che soffrano di un disturbo cerebrale né che gli antidepressivi siano loro di aiuto. La cosa migliore rimane cercare e trovare delle novità che spezzino i circoli viziosi nel pensiero e nel comportamento. Gli antidepressivi sono delle sostanze psicoattive, che alterano la mente come fanno l’alcool o la cannabis ed io ho sempre pensato che se fossi stata depressa avrei voluto conservare tutta la mia lucidità e le mie facoltà per venir fuori dal pantano e non il ritrovarmi immersa in una nebbia farmacologica della quale non avrei nemmeno capito gli effetti».

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