Ecosistemi lesi dalle ondate di calore marine


Ecosistemi lesi dalle ondate di calore marine

Sviluppato dalla collaborazione internazionale un nuovo metodo per prevedere la risposta degli ecosistemi alle ondate di calore marine.

Le ondate di calore marine (MHWs), guidate dai cambiamenti climatici, stanno diventando più frequenti e intense in tutto il mondo. Anche se sappiamo che le ondate di calore uccidono gli organismi marini e hanno effetti devastanti sugli ecosistemi, non vi è alcun modo per prevedere questi effetti o aiutare gli ecosistemi.

Un team internazionale di scienziati marini di Hong Kong, Giappone e Canada, guidato dal dottor Bayden D Russell (1) (direttore associato dell'Istituto Swire of Marine Science and Associate Professore alla School of Biological Sciences, the University of Hong Kong), incluso il dottor Harvey Benjamin Paul (2) (University of Tsukuba), la dottoressa Katie Marshall (3) e il professor Christopher Harley (4) (University of British Columbia), hanno sviluppato un nuovo progetto per permettere di, non solo comprendere gli effetti delle ondate di calore marine, ma potenzialmente anche prevedere i loro effetti prima che si verifichino. Questo nuovo metodo, descritto in un articolo pubblicato su Science Direct, (5) consentirà ai ricercatori in tutto il mondo di identificare i tratti di base biologici di specie marine nella loro regione prevedendo la loro risposta alle onde di calore marine. Soprattutto, l'utilizzo di questo approccio basato sul protocollo trait-based consentirà ai manager e ai responsabili politici di identificare le specie chiave che sono necessarie per supportare la funzione dell'ecosistema e sviluppare strategie per aiutare a mitigare il danno causato dalle onde di calore marine.

Identificazione dei sopravvissuti: il futuro degli ecosistemi marini

Le onde di calore marine sono eventi di riscaldamento discreti in cui le acque marine riscaldano fino a 6°C sopra il normale e possono durare da giorni a mesi. Tali temperature elevate causano stress agli animali e alle alghe, spesso uccidendoli e in alcuni casi innescano delle contrazioni della gamma di acque refrigeranti. Allo stesso tempo, le specie tropicali si spostano in queste acque più fredde che si sono nel frattempo riscaldate alterando questi ecosistemi, a volte irreversibilmente. Gli autori hanno identificato che i tratti funzionali chiave come: la tolleranza al calore, i meccanismi della dispersione, le abitudini di alimentazione e i tratti comportamentali che influenzano potenzialmente le caratteristiche dell'ecosistema, potrebbero essere utilizzati per identificare più accuratamente come una specie sarà influenzata dalle onde di calore marine e quali mutazioni potrebbero subire gli ecosistemi marini.

Secondo gli autori, l'identificazione dei tratti funzionali degli assemblaggi faunali e floreali è fondamentale per valutare la vulnerabilità degli ecosistemi marini e per la progettazione di piani di gestione, conservazione e restauro. Fino ad ora, non c'è stato alcun quadro da cui prevedere il potenziale effetto delle onde di calore marino e prepararsi per la loro insorgenza. Questo nuovo approccio consente l'identificazione delle specie chiave che supportano ecosistemi complessi, come alghe, coralli, pesci o ricci. Personalizzare la gestione verso queste specie ha lo scopo di migliorare la resistenza alle onde di calore e in definitiva di sostenere la funzione degli ecosistemi.

Il dottor Bayden D Russell dice: «A differenza dell'approccio attuale che viene utilizzato per proiettare gli impatti delle onde di calore marine, l'integrazione degli approcci basati su tratti a più scale di tempo ci consente di utilizzare caratteristiche misurabili ed ecologicamente significative di organismi, dalle singole risposte fisiologiche alle interazioni biologiche, per prevedere modelli ecologici nello spazio e nel tempo. Ora possiamo avere una migliore comprensione di come gli eventi estremi guideranno modelli di distribuzione geografica, abbondanza locale e diversità funzionale di specie importanti».

«L'utilizzo di questo approccio consentirà una gestione più mirata di specie marine per migliorare la resilienza comunitaria sotto i cambiamenti climatici», ha aggiunto il dottor Ben Harvey.

Riferimenti:

(1) Bayden D Russell

(2) Harvey Benjamin Paul

(3) Katie Marshall

(4) Christopher Harley

(5) Predicting responses to marine heatwaves using functional traits

Descrizione foto: Lo sbiancamento del corallo causato dalle ondate di calore marine minaccia non solo i coralli ma anche la specie che si basano su di loro per l'habitat. - Credit: Dr Sylvain Agostini, Shimoda Marine Research Center, Università di Tsukuba.

Autore traduzione riassuntiva e adattamento linguistico: Edoardo Capuano / Articolo originale: A new method for predicting the response of ecosystems to marine heatwaves developed by international collaboration