Nove punti di non ritorno inerenti al clima


Nove punti di non ritorno inerenti al clima

Più della metà dei punti di non ritorno sul clima identificati dieci anni fa sono ora “attivi”, ha avvertito un gruppo di eminenti scienziati.

Ciò minaccia la perdita della foresta pluviale amazzonica e delle grandi calotte glaciali dell'Antartide e della Groenlandia, che attualmente stanno subendo cambiamenti misurabili e senza precedenti molto prima del previsto. Questa “cascata” di cambiamenti innescati dal riscaldamento globale potrebbe minacciare l'esistenza della civiltà umana. Si incrementa la prova che questi eventi sono più probabili e più interconnessi, portando a un possibile effetto domino.

In un articolo pubblicato dalla rivista Nature, (1) gli scienziati chiedono un'azione urgente per ridurre le emissioni di gas a effetto serra ( CO2 ), avvertendo che, se non si prendono i dovuti provvedimenti, si potrebbe palesare uno scenario di un pianeta meno abitabile.

Il professor Timothy Lenton, (2) direttore del Global Systems Institute dell'Università di Exeter, ha dichiarato: “Un decennio fa abbiamo identificato una serie di potenziali punti di non ritorno nel sistema terrestre, ora constatiamo le prove che oltre la metà di questi sono stati attivati. La crescente minaccia di cambiamenti rapidi e irreversibili significa che non è più responsabile di aspettare e vedere. La situazione è urgente e abbiamo bisogno di una risposta di emergenza.”

Il dottor Johan Rockström, (3) direttore dell'Istituto di ricerca sull'impatto climatico di Potsdam, ha dichiarato: “Non sono solo le pressioni umane sulla Terra che continuano a salire a livelli senza precedenti. Bisogna considerare che, man mano che la scienza avanza, dobbiamo ammettere che abbiamo sottovalutato i rischi nel scatenare cambiamenti irreversibili, in cui nella superficie del pianeta si auto amplifica il riscaldamento globale. Questo è ciò che ora iniziamo a vedere, già a 1°C di riscaldamento globale. Scientificamente, questo fornisce una eloquente prova per dichiarare uno stato di emergenza planetario, con lo scopo di attuare un'azione mondiale che accelera il cammino verso un mondo che può continuare ad evolversi su un pianeta stabile.”

Nel commento, gli autori propongono un modo formale per calcolare un'emergenza planetaria come rischio moltiplicato per l'urgenza. I rischi relativi ai punti di non ritorno sono ora molto più elevati rispetto alle stime precedenti, mentre l'urgenza si riferisce alla velocità necessaria per ridurre il rischio.

Prima del 2050 è improbabile uscire dall'economia dei combustibili fossili, ma con una temperatura già a 1,1°C sopra la temperatura preindustriale, è probabile che la Terra attraverserà il valore di 1,5°C entro il 2040. Gli autori concludono che questo da solo definisce un'emergenza.

I nove punti sono:

  1. Ghiaccio marino artico
  2. Calotta glaciale della Groenlandia
  3. Foreste boreali
  4. Permafrost
  5. Circolazione rovesciata meridiana atlantica
  6. foresta pluviale amazzonica
  7. Coralli d'acqua calda
  8. Lastra di ghiaccio antartica occidentale
  9. Parti dell'Antartide orientale

Il crollo delle principali calotte glaciali in Groenlandia, Antartide occidentale e parte dell'Antartide orientale porterebbe il mondo a circa 10 metri di irreversibile innalzamento del livello del mare. La riduzione delle emissioni potrebbe rallentare questo processo, lasciando più tempo alle popolazioni che risiedono in zone marittime.

Le foreste pluviali, il permafrost e le foreste boreali sono esempi di punti di non ritorno della biosfera. Essi sono responsabili del rilascio di ulteriori gas serra che amplifica il riscaldamento globale. Nonostante la maggior parte dei paesi abbia firmato l'accordo di Parigi, impegnandosi a mantenere il riscaldamento globale ben al di sotto dei 2°C, gli attuali impegni nazionali sulle emissioni, anche se rispettati, porterebbero a 3°C di riscaldamento.

Gli scienziati sostengono che questa situazione rappresenta una minaccia esistenziale per la civiltà per cui dobbiamo per forza mutare l'approccio al problema climatico.

Sebbene le temperature globali abbiano oscillato nel corso di milioni di anni, gli autori sostengono che gli esseri umani stanno “forzando il sistema”, con una concentrazione atmosferica di anidride carbonica e una temperatura globale che aumentano a velocità che sono dell'ordine di grandezza superiore rispetto alla fine dell'ultima era glaciale.

Riferimenti:

(1) Climate tipping points — too risky to bet against

(2) Timothy Lenton

(3) Johan Rockström

Autore traduzione riassuntiva e adattamento linguistico: Edoardo Capuano / Articolo originale: Nine climate tipping points now “active”, warn scientists