Golfo del Messico: nuovo allarme. Cedono i bulloni delle piattaforme

Deepwater Horizon in fiammeI fissaggi al fondo del mare sono difettosi. Un problema che riguarda quasi tutti i pozzi sono nel Golfo del Messico, ma 23 sono anche in California e uno in Alaska.

È ALLARME per il Golfo del Messico a sei anni dalla "marea nera" che mise ko gli ecosistemi di Mississippi e Louisiana costringendo alle corde e a maxi-risarcimenti il colosso del petrolio BP.

Secondo gli esperti del Ministero degli Interni statunitense, il cui mandato è la protezione delle risorse naturali e ambientali del Paese, i grandi bulloni che ancorano le piattaforme petrolifere ai fondali stanno gradatamente cedendo.

Migliaia di pozzi sono interessati al fenomeno, quasi tutti nel Golfo del Messico, ma anche al largo della California e in Alaska. Il problema, di cui dà notizia il Wall Street Journal - ha provocato finora costosi “shutdowns”, ma il vero timore è di un nuovo disastro ambientale che potrebbe fare il paio con quello del 2010 quando un'esplosione sulla piattaforma Deepwater Horizon provocò il più grande fuoriuscita di greggio nella storia degli Stati Uniti.

"Per noi è un fatto gravissimo", ha spiegato al quotidiano finanziario Allyson Anderson Book del Bureau of Safety and Environmental Enforcement del ministero: “Quando salta la più piccola componente, non puoi aspettarti che una attrezzatura sofisticata da milioni di dollari riesca a prevenire una perdita”.

L'inchiesta è scattata nel 2013 quando un fornitore di GE ha richiamato in tutto il mondo un tipo di bullone difettoso in uno dei suoi “blow-out preventer”, il meccanismo che entra in azione in caso di emergenza e che nel caso di Deepwater non aveva funzionato a dovere. I bulloni, corrosi dalla lunga immersione in mare e talvolta "saltavano", con il rischio potenziale di fuoriuscite di petrolio. Non si tratta di un problema limitato a GE, ha scoperto poi l'agenzia federale: interessa le due maggiori aziende rivali che producono i blow-out preventer e i bulloni usati altre parti delle trivelle sottomarine.

Finora per fortuna tutto è andato bene e perdite di petrolio non sono state registrate. E tuttavia, secondo il ministero, si tratta di un problema sistematico che riguarda 2.400 piattaforme nel Golfo del Messico, 23 in California e una al largo dell'Alaska e che “va risolto al più presto”.

Occorre innanzitutto capire cosa è andato storto: se la lega usata nei bulloni o il modo con cui sono stati installati. E poi cambiare le regole, ancora troppo vaghe e che consentono ai titolari delle licenze estrattive di non denunciare al governo attrezzature difettose tranne che ne caso di fuoriuscita di greggio.

Tutto dovrebbe cambiare a fine mese quando, il 28 luglio, finalmente entreranno in vigore le nuove misure deliberate dopo il disastro del 2010. (ANSA)

Fonte: repubblica.it