Siccità

Chi sono i veri responsabili degli incendi boschivi?

IncendiLa biogeoingegneria clandestina (alias chemtrails, in italiano reso con l’espressione “scie chimiche”) non conosce confini: è una catastrofe globale, un crimine planetario.

È un proditorio assalto alla Terra, all’umanità, agli esseri viventi sferrato in modo indiscriminato. Non solo, alcuni paesi e regioni sono colpiti in modo ancora più efferato e micidiale, perché strategici: è il caso, ad esempio, del Portogallo che, per la sua posizione geografica, è un bersaglio privilegiato dei terroristi climatici.

Ad ovest del Portogallo, infatti, si formano e si espandono le perturbazioni atlantiche che una volta portavano le piogge nell’Europa occidentale fino all’Italia. Succede quel che accade in California dove i fronti perturbati sono bloccati ed annichiliti sul Pacifico, prima che anche una sola propaggine riesca a lambire le regioni costiere, condannandole ad una siccità perenne, alla desertificazione, agli incendi.

Gli incendi sono il “dono” più recente degli attentatori meteorologici: immani roghi hanno devastato e stanno devastando il Portogallo, la Galizia, l’Italia settentrionale… Le fiamme divampano e si propagano soprattutto a causa della cronica aridità, del basso grado di umidità atmosferica, del particolato a base di solfuri diffuso dagli aerei incivili. I roghi inceneriscono boschi, pascoli, vigneti, aree limitrofe ai centri abitati: almeno in California si sospetta che gli incendi siano stati innescati con armi ad energia diretta.

I nove punti del disastro ambientale globale

Cambiamenti climaticiCarestia, collasso economico, un sole che ci cuoce: cosa possono infliggerci i cambiamenti climatici – più presto di quello che pensiamo.

1. Il giorno del giudizio

Sbirciando oltre le reticenze scientifiche…

E’ peggio di quello che pensate, ve lo assicuro. Se le vostre preoccupazioni sul riscaldamento globale sono dominate dalla paura per l’innalzamento del livello del mare, state appena scalfendo la superficie dei terrori possibili, anche riferendosi al tempo di vita di un teenager di oggi. E si che il rigonfiarsi dei mari – e le città che affogheranno – hanno dominato l’immagine del riscaldamento globale, e così travolto la nostra capacità di panico climatico, impedendoci di percepire altre minacce, molto più a portata di mano. L’innalzamento degli oceani è una brutta cosa, in effetti molto brutta; ma fuggire dalle coste non sarà sufficiente.

Di certo, non essendoci un adeguamento significativo del modo di vivere di miliardi di persone, parte della Terra diventerà probabilmente pressoché inabitabile, e l’altra parte terribilmente inospitale, prima della fine del secolo.

Anche quando abbiamo l’occhio allenato ai cambiamenti climatici, non riusciamo a comprendere il suo scopo.

Cambiamenti climatici: mezzo miliardo di profughi

Cambiamenti climaticiSuccede in Louisiana, Brasile, New York, Australia, Thailandia, Filippine, Alaska. Succede un po’ dappertutto per le comunità di mare. Gente che vive sulle coste e che deve abbandonare le proprie case per colpa di erosione, innalzamento dei livelli del mare, tempeste violente, perdita di terreno. Secondo un recente articolo pubblicato su “Nature Climate Change”, sono circa 1 milione le persone che hanno dovuto abbandonare le proprie abitazioni. Per la precisione 1 milione e 300mila.

E mentre fino a pochi anni fa si cercava di proteggere quello che c’era, adesso l’atteggiamento prevalente è di andare via. Cosa fare infatti con l’arrivo di mareggiate senza precedenti, allagamenti e continuo innalzarsi del mare? Si possono alzare le strade e le case, cercare di proteggere le lagune, migliorare i codici con cui si costruisce. Ma si può anche decidere di lasciare perdere, visto che i costi sono elevati, ed è certo che il clima e l’ambiente non torneranno quelli di prima. È questo il dilemma delle comunità costiere.

Storicamente, migrazioni di massa collegate alle condizioni climatiche sono molto ben documentate, e quello che viviamo adesso – appunto il milione e trecentomila anime che hanno dovuto lasciare le proprie case – è la manifestazione dei nostri tempi del problema. Durante il secolo 1900-2000 i livelli del mare si sono innalzati di ben dodici centimetri. Le previsioni sono di varie decine di centimetri in questo secolo.

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