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L'Australia tassa i conti superiori ai 250 mila dollari australiani

Dollaro australianoSoldi per finanziare fondo di salvaguardia contro crac dell'istituto di riferimento. Interessati conti sopra 250 mila dollari.

Si crea un pericoloso precedente. D'ora in avanti aprire un conto corrente in Australia vorrà dire in molti casi contribuire con i propri risparmi al finanziamento di un fondo per salvare la banca.

Con una tassa dello 0,05% imposta sui conti superiori ai 250 mila dollari australiani (168.600 euro circa) a partire da gennaio 2016, il paese intende finanziare un fondo di salvaguardia contro l'eventuale collasso dell'istituto di riferimento.

La decisione, riportata dalla Bbc, crea un pericoloso precedente e anche se in teoria verrà imposta sugli istituti e non sui correntisti, le banche hanno già avvertito che i costi potrebbero essere trasferiti sui clienti.

Il governo aveva avvisato che il rallentamento della crescita e un deficit fiscale in ampliamento, più del previsto, avrebbero potuto portare a misure drastiche.

La top five dei conti offshore

SoldiNella top five Svizzera, Isole Cayman, Lussemburgo, Hong Kong, Stati Uniti. Un quinto nel solo Regno Unito. Nelle casseforti elvetiche $2.100 miliardi appartenenti a stranieri: INFOGRAFICA

Il 40% dei paradisi fiscali si trova nei paesi del G8, un quinto nel solo Regno Unito e nei suoi territori speciali oltremare.

Nella top five dei conti offshore, si piazzano Svizzera, Isole Cayman, Lussemburgo, Hong Kong e Stati Uniti. Soltanto nelle casseforti elvetiche sono depositati $2.100 miliardi appartenenti a stranieri.

E pensare che il premier britannico David Cameron nel 2012 aveva dichiarato di voler agire per combattere il fenomeno, osservando che "ci sono troppi posti, troppi paradisi fiscali dove gente e aziende fanno business insieme".

I paradisi fiscali costano ogni anno all'Unione Europea 1000 miliardi di euro di perdite in tasse evase. La stima proviene da uno studio dell'economista Richard Murphy («Closing the European Tax Gap»), esperto di contabilità presso Tax Research.

Indagato ex numero due dei servizi segreti. Avrebbe nascosto i soldi del Viminale in Svizzera

ViminaleDieci milioni di euro spariti dalla casse del Viminale e investiti in una finanziaria svizzera: è il filone di una inchiesta della procura di Roma per la quale è indagato il prefetto Francesco La Motta, ex vicecapo dell'Aisi, il servizio segreto civile.

La vicenda, di cui scrivono oggi alcuni quotidiani, riguarda il denaro del Ministero dell’Interno gestito dal Fondo per gli edifici di Culto (Fec), di cui La Motta è stato direttore dal 2003 al 2006.

Il Fec, ente con personalità giuridica propria, ha un patrimonio di oltre 700 immobili di valore storico e artistico e amministra tutti i beni degli enti religiosi disciolti: da Santa Maria del Popolo a Roma, a Santa Croce a Firenze, da Santa Chiara a Napoli, a Santa Caterina d’Alessandria a Palermo.

Secondo quanto scrivono i giornali, gli accertamenti sono partiti da una inchiesta della procura di Napoli sul riciclaggio e sugli affari del clan Polverino (a La Motta si contestava di aver favorito i camorristi). Dalle indagini sarebbero emersi elementi relativi ai soldi sottratti dal prefetto, per questo gli atti sono stati trasferiti a Roma e collegati alla denuncia sull’ammanco presentata tempo fa dai responsabili del Fondo per gli edifici di culto.

La Motta, che è accusato di corruzione e peculato, avrebbe trasferito i dieci milioni di euro in Svizzera. Una iniziativa di cui, stando alle verifiche del Ros dei Carabinieri, il ministero sarebbe stato al corrente.

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