Prevenzione

Nel solo Regno Unito la carne uccide 45.000 persone ogni anno

CarneIl risultato di uno studio effettuato nel Regno Unito dalla Oxford University.

Un articolo del quotidiano inglese The Independent dell’ottobre 2010 cita uno studio dell’unità cardiologica della Cornell University secondo cui diminuendo il consumo di carne si potrebbero prevenire, nel solo Regno Unito, 45.000 morti premature ogni anno.

In particolare, lo studio ha calcolato che diminuendo il consumo di carne da “ogni giorno” a “tre pasti la settimana” (che è comunque un consumo alto, ma certamente molto inferiore al consumo “normale” oggi diffuso) si eviterebbero 31 mila morti per malattie cardiovascolari, 9 mila per cancro e 5 mila per ictus e si farebbe risparmiare oltre 1,3 miliardi di euro al servizio sanitario nazionale. Eliminando completamente il consumo di carne queste cifre ovviamente aumentano ancora di più.

La ricerca è stata commissionata dall’associazione Amici della Terra, ed è stata pubblicata nel loro dossier “Healthy Planet Eating”. Nel dossier viene fatto anche notare come la riduzione del consumo di carne aiuterebbe molto a rallentare i cambiamenti climatici e la deforestazione delle foreste pluviali.

Come curare la colite in maniera naturale

Alimentazione naturaleChi soffre di colite sa bene come possa essere fastidioso questo disturbo, le cui cause specifiche non sono ancora state individuate con precisione dalla scienza medica. Pare che spesso essa colpisca persone particolarmente ansiose, che stanno attraversando un particolare periodo di stress o che conducono abitualmente uno stile di vita piuttosto frenetico.

Tra i sintomi della colite possono esservi dolore e gonfiore a livello addominale, stitichezza o diarrea a seconda dei casi. È stato inoltre rilevato come i sintomi della colite possano peggiorare in caso di vita sedentaria, intolleranze alimentari o in presenza di altri disturbi digestivi. Può infatti accadere che chi soffre di colite avverta una sensazione di pesantezza a livello dello stomaco dopo i pasti principali.

Esistono dei rimedi naturali che possano aiutare almeno in parte ad alleviare i sintomi?

Solitamente i consigli dei medici di fronte ad un paziente che soffra di colite sono volti ad intervenire sulle abitudini alimentari del paziente, per riuscire ad individuare quali siano gli alimenti in grado di accentuare o di affievolire la sensazione di dolore e gli altri disturbi.

Il consiglio principale è spesso quello di arricchire la propria dieta con alimenti contenenti fibre, in modo da poter regolare e facilitare il transito intestinale.

Cibarsi di pomodori riduce il rischio di contrarre malattie cardiovascolari e tumori

PomodoriIn questi ultimi anni il pomodoro ha guadagnato lo status di ‘cibo funzionale’, vista l’associazione sempre più frequente stabilita tra il suo consumo e il ridotto rischio di insorgenza di malattie cardiovascolari e tumori.

I pomodori coltivati biologicamente, in particolare, instaurano insieme ai loro microfunghi una benefica associazione radicale permanente, paragonabile dal punto di vista funzionale al nostro microbioma intestinale. Lo afferma uno studio condotto da biologi, microbiologi e medici dell’Istituto di biologia e biotecnologia agraria del Consiglio nazionale delle ricerche (Ibba-Cnr) e dell’Università di Pisa, pubblicato sul ‘British Journal of Nutrition’ della Cambridge University Press.

“I frutti di pomodoro sono una riserva naturale di molecole come acido ascorbico, vitamina E, flavonoidi, composti fenolici e carotenoidi, tra cui il licopene che, oltre a esercitare una forte attività antiossidante, può modulare le vie metaboliche ormonali e del sistema immunitario”, conferma Manuela Giovannetti dell’Università di Pisa, che ha coordinato il lavoro.

“Il valore nutrizionale e nutraceutico del pomodoro però è molto influenzato dalle condizioni di coltivazione, in quanto il contenuto di fitochimici può aumentare se la pianta cresce unitamente ai suoi simbionti naturali: microfunghi benefici che vivono nelle radici, assorbono nutrienti dal suolo e li trasportano alle cellule vegetali, appartenenti al gruppo dei Glomeromycota”.

“La simbiosi micorrizica influenza positivamente la crescita e il contenuto in sostanze minerali delle piante di pomodoro e ne aumenta il valore nutrizionale e nutraceutico”, aggiunge Cristiana Sbrana dell’Ibba-Cnr.

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