Tutti schiavi del sistema finanzcapitalistico

Il sistema capitalistico ha spostato l’asse dall’economia reale a quella finanziaria tanto da essere stato ribattezzato finanzcapitalismo

Una delle trasformazioni più inumane del sistema capitalistico industriale, fondato originariamente sull’industria manifatturiera e più in generale di produzione, è quella in capitalismo finanziario, in cui il potere è concentrato in pochi grandi istituti di credito.

Le banche hanno cessato il loro ruolo di supporto e di credito allo sviluppo, preferendo investire in prodotti finanziari dai quali viene generato altro capitale, in un sistema autoreferenziale in cui i profitti nascono dalla speculazione, senza passare attraverso il lavoro e la produzione.

In modo graduale, ma anche repentino, il sistema capitalistico ha spostato l’asse dall’economia reale a quella finanziaria e, ancora peggio, alla speculazione che ne deriva, tanto da essere stato ribattezzato “finanzcapitalismo” o “capitalismo ultrafinanziario”.

Orientato alla massimizzazione del profitto ricavato dal denaro stesso, in esso la ricchezza non passa attraverso la produzione di beni o servizi, né è previsto un piano di redistribuzione tra lavoratori e consumatori, ma solo l’accentramento nelle mani di pochi, pochissimi. Da sempre strumento di supporto dell’economia capitalistica, con l’avvento del neoliberismo la finanza si è tramutata da servitore a padrone dell’economia mondiale, fagocitandola e riproducendosi a ritmi vertiginosi.

A partire dal 1980 l’ammontare degli attivi generati dal sistema finanziario ha superato il valore del Pil dell’intero pianeta. Da allora la corsa della finanza al profitto è diventata così veloce da quintuplicare per massa di attivo l’economia reale nel giro di un trentennio.

Sotto la presidenza Bill Clinton, sono state introdotte due pietre miliari per completare la deregolamentazione del sistema finanziario neoliberista. Con l’abolizione del Glass-SteagallAct – introdotto da Roosevelt l’anno successivo alla crisi del ’29 – è stata eliminata la separazione tra banche d’affari e d’investimenti, che così hanno riconquistato concentrazioni di potere economico.

I codici segreti dei quipus

Nei quipus le fibre, i colori e il modo complesso di legare ogni nodo nascondono un sofisticato sistema che codifica storie e i miti e altre narrazioni

Per secoli, l'Impero Inca usò i quipus, uno strumento intrecciato con nodi, per compiti aritmetici come il conteggio dei tributi, il calcolo delle provviste e per i censimenti. Ma una nuova ricerca rivela che questo dispositivo sarebbe qualcosa di più di un abaco andino: nelle sue fibre si nascondono narrazioni di miti, battaglie e canzoni.

A metà 2015, La dottoressa Sabine Hyland(1) e suo marito sono saliti su un minivan a Lima e sono partiti per la remota città andina di San Juan de Collata. Dopo aver percorso tortuose strade peruviane, arrivarono in un villaggio che non aveva né acqua potabile né sistema fognario e dove poche case potevano permettersi la luce elettrica. Uscendo dal veicolo, l'antropologa e il suo compagno si sono presentati ai leader locali e hanno chiesto il permesso di svolgere una missione degna di Indiana Jones: studiare due tesori che la gente aveva gelosamente protetto di generazione in generazione e che nessun estraneo aveva mai visto.

Dopo ore di negoziazioni, Huber Brañes Mateo - pastore e guardiano dei tesori della comunità - ha esibito una scatola di legno che teneva in un sotterraneo della chiesa locale. Dentro c'erano due quipus, strumenti fatti con corde e nodi che l'impero Inca usava per tutti i tipi di compiti di conteggio, come il calcolo delle tasse al censimento, ai suoi 10 milioni di cittadini. Ma secondo gli abitanti di San Juan de Collata, i loro quipus erano più che semplici abachi. Secondo questa comunità, dove si parla ancora una mescolanza di spagnolo e quechua, erano vere epistole create dai capi locali per trasmettere messaggi segreti durante una ribellione contro gli spagnoli alla fine del XVIII secolo.

Ha dato soddisfacenti risultati, alla ricercatrice dell'Università di St. Andrews in Scozia, il lavoro di ricerca, durato anni, nelle comunità andine.

Ricercatori rivelano i cambiamenti di fase indotti dalla luce

Per i ricercatori i risultati sono importanti per la fisica della materia condensata e la loro ricerca di nuovi materiali

I ricercatori sostengono che il modo in cui i materiali ordinari subiscono un cambiamento di fase, come la fusione o il congelamento, è stato studiato nei minimi dettagli.

Ora, un team di scienziati ha osservato che quando attivano un cambiamento di fase utilizzando impulsi intensi di luce laser, invece di cambiare la temperatura, il processo avviene in modo molto diverso. Gli scienziati avevano a lungo sospettato che questa poteva essere la dinamica, ma il processo solo ora è stato osservato e confermato. Con questa nuova comprensione, i ricercatori potrebbero essere in grado di sfruttare questo meccanismo per l'uso in nuovi tipi di dispositivi optoelettronici.

I risultati della ricerca sono stati pubbicati sulla rivista Nature Physics.(1) Il team è stato guidato da Nuh Gedik,(2) professore di fisica al Massachusetts Institute of Technology, con lo studente Alfred Zong e il post-dottorato Anshul Kogar. In questa ricerca hanno collaborato altri 16 membri del MIT, della Stanford University e del Skolkovo Institute of Science and Technology (Skoltech) in Russia.

Per questo studio, invece di usare un cristallo reale come il ghiaccio, il team ha usato un analogo elettronico chiamato onda di densità di carica - una modulazione di densità di elettroni congelata all'interno di un solido - che imita da vicino le caratteristiche di un solido cristallino.

Mentre il tipico comportamento di fusione in un materiale come il ghiaccio procede in modo relativamente uniforme attraverso il materiale stesso, quando la fusione viene indotta nell'onda di densità di carica da impulsi laser ultraveloci, il funzionamento del processo manifesta una diversa funzione. I ricercatori hanno scoperto che durante la fusione otticamente indotta, il cambiamento di fase procede generando molte singolarità nel materiale, note come difetti topologici, e questi a loro volta influenzano la dinamica conseguente degli elettroni e degli atomi di reticolo nel materiale.

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