Ricerche

Le donne possono prevenire l'ictus con gli agrumi

AgrumiI ricercatori della Norwich Medical School, University of East Anglia (USA) hanno scoperto che le donne che mangiano regolarmente agrumi, in particolare arance e limoni sono più protette contro l’ictus.

Lo studio condotto su 70.000 donne americane ha dimostrato che un consumo regolare di agrumi riduce il rischio di infarto cerebrale.

La ricerca puntava a scoprire i benefici generali dei flavonoidi, antiossidanti naturali presenti nella frutta, nella verdura, nel cioccolato e nel vino rosso.

Gli scienziati si sono imbattuti in un dato molto interessante. Il consumo di flavonoidi riduce il rischio di ictus, ma quello di arance, pompelmi e limoni ha un ulteriore beneficio, proteggendo fino al 19% in più dal pericolo di ictus.

Tutto merito dell’azione anti-infiammatorio dei flavonoidi che favoriscono il funzionamento dei vasi sanguigni.

Molto importante è anche l’alto tenore di vitamina C degli agrumi, riconosciuta come un fattore di riduzione dell’ictus.

Antartide: una crepa lunga 175 chilometri

Piattaforma Larsen CDopo aver scoperto una crepa enorme nella piattaforma di ghiaccio antartica Larsen C, gli scienziati dicono che presto questa diventerà uno dei più grandi iceberg del pianeta. In effetti, potrebbe essere un iceberg grande il doppio del paese europeo Lussemburgo.

Gli esperti del Regno Unito dicono che il crack, ovvero la crepa, si è allargata di molto, tanto da essere grande come il grattacielo di 95 piani a Southwark, Londra, che fa parte di London Bridge. La sua altezza è di 309,6 metri (1.016 piedi). Questa è davvero una cattiva notizia, dato che Larsen C è la quarta piattaforma di ghiaccio più grande dell’Antartide e, secondo quanto riferito dalla rivista scientifica Nature, dall’inizio di quest’anno, la sua crepa si è spostata di almeno 10 chilometri di più. Attualmente, la crepa è già lunga 175 chilometri.

Quando l’iceberg finalmente si separerà dalla piattaforma di ghiaccio, sarà uno dei più grandi mai registrati nella storia, anche se è difficile prevedere quando il distacco accadrà, ma prima o poi questo avverrà.

Gli scienziati del British Antarctic Survey (BAS) sono coinvolti in un programma di ricerca a lungo termine per il monitoraggio delle piattaforme di ghiaccio, al fine di comprendere le cause e le implicazioni dei rapidi cambiamenti osservati nella regione. Le nuove fotografie sono state raccolte da esperti che hanno sorvolato la piattaforma di ghiaccio, effettuando poi dei rilevamenti raccogliendo dati molto utili con le apparecchiature scientifiche a terra.

Nanocubi per individuare malattie neurodegenerative

Nanocubi per individuare malattie neurodegenerativeIl metodo innovativo utilizza nanocristalli d’argento che, attivati con luce laser, consentono di individuare anche minime tracce molecolari di malattie neurodegenerative. Lo ha messo a punto un team, guidato dall’Ifac-Cnr di Firenze, e formato da ricercatori dell’Imm-Cnr di Catania, dell’Università di Modena e Reggio Emilia e dell’Università di Saratov (Russia). Lo studio è stato pubblicato su Acs Nano

Grazie a una tecnica innovativa è possibile identificare l’‘impronta digitale’ di proteine e biomarcatori quando sono ancora presenti in minime tracce, riuscendo così a effettuare una diagnosi precoce di malattie neurodegenerative, quali l’Alzheimer e il Parkinson.

A metterla a punto, un team di ricercatori dell’Istituto di fisica applicata (Ifac-Cnr), in collaborazione con i colleghi dell’Istituto di microelettronica e microsistemi (Imm-Cnr), del Dipartimento di chimica e scienze geologiche dell’Università di Modena e Reggio Emilia e dell’Università statale di Saratov (Russia). La ricerca è stata pubblicata su Acs Nano.

“La metodologia si basa sull’attivazione laser di nanocristalli (cristalli che hanno dimensioni dell'ordine del nanometro, unità di misura equivalente a un miliardesimo di metro) d’argento a forma di cubo; attivazione che consente di identificare molecole precursori della malattia presenti nei fluidi biologici (sangue, urina, fluido cerebrospinale)”, spiega Paolo Matteini dell’Ifac-Cnr, primo autore del lavoro e coordinatore del team.

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