Sfruttamento aree

Secondo il WWF un'area su tre è controllata dai bracconieri

Secondo il WWF un'area su tre è controllata dai bracconieriAlla vigilia della Giornata della Terra, il WWF pubblica un allarmante rapporto: circa un terzo dei siti Patrimonio Mondiale dell’Umanità sono infestati da bracconaggio, taglio delle foreste e pesca illegale, trascinando le specie in pericolo verso il baratro dell'estinzione e mettendo a rischio l’economia e il benessere delle comunità che dipendono da questi patrimoni naturali.

Il WWF sollecita ulteriori misure, immediatamente operative per fermare il bracconaggio e il commercio illegale delle specie protette dalla CITES, la Convenzione internazionale sul commercio delle specie minacciate di estinzione, nei luoghi più importanti, dal punto di vista naturale, del mondo, inclusi i siti UNESCO patrimonio dell'Umanità.

I siti naturali appartenenti al Patrimonio Mondiale dell’Umanità noti per la loro iconica bellezza, per il valore ecologico e la straordinaria biodiversità sono cruciali per la conservazione di molte specie rare, tra cui quasi un terzo delle 3.890 tigri rimaste allo stato selvatico e il 40% di tutti gli elefanti africani. Sono inoltre l’ultimo rifugio di specie in pericolo critico di estinzione, come il rinoceronte di Giava in Indonesia e la vaquita, la più piccola focena del mondo, endemica del Golfo di California in Messico ritenuta il mammifero marino più raro del mondo.

Eppure, nonostante il loro grande valore e lo stato di protezione, lo studio ha rilevato che attività illegali come l'abbattimento di alberi, il bracconaggio e la pesca non autorizzata, continuano in circa il 30% dei siti naturali Patrimonio Mondiale.

Le imprese della carta stanno devastando le ultime foreste vergini d’Europa

Taiga russaCosì l'industria della carta sta distruggendo le ultime foreste vergini d’Europa”. Secondo il rapporto, diffuso di recente da Greenpeace, numerose imprese produttrici di carta e derivati sono collegate ad aziende che stanno distruggendo una delle ultime e più grandi foreste vergini d’Europa, nella Taiga russa.

La Taiga russa è parte dell’ecosistema della Grande Foresta del Nord, che si estende per 16 milioni di chilometri quadrati dall’Alaska alla Russia, passando per il Canada e la Scandinavia.

La Grande Foresta del Nord rappresenta un terzo delle foreste rimaste sulla Terra ed è il secondo più grande ecosistema terrestre del mondo, dopo le foreste tropicali.

Circa il 60 per cento della Grande Foresta del Nord (950 milioni di ettari) si trova proprio in Russia, dove però le blande leggi forestali permettono la frammentazione o la radicale trasformazione delle foreste, spingendo le aziende del settore del legno e della carta a spostare la loro attenzione verso le foreste vergini o Paesaggi Forestali Intatti, come vengono definiti scientificamente.

Ad esempio la regione russa di Arcangelo, che si estende per 31 milioni di ettari, è vista dall’industria del legno e della carta come una “miniera di legname”.

Usa: migliaia di fuoriuscite di sostanze tossiche dai siti di fracking

FrackingNei siti americani dove si estraggono gas e petrolio con la tecnica non convenzionale del “fracking” si verificano migliaia di fuoriuscite di varie sostanze e liquidi, dagli idrocarburi ai fluidi che vengono impiegati nella fratturazione idraulica delle rocce.

Lo documenta uno studio della Duke University, pubblicato sulla rivista Environmental Science & Technology.

I ricercatori hanno rilevato oltre 6.600 perdite in quattro Stati in un arco di tempo di dieci anni (tra il 2005 e il 2014).

La situazione più critica in North Dakota, dove si concentra il 67% delle fuoriuscite (oltre 4.400 incidenti), seguita da Pennsylvania (circa 1.300), Colorado (476) e Nuovo Messico (426). Una disparità che in parte potrebbe riflettere normative diverse nei vari Stati: in North Dakota ad esempio le aziende devono segnalare anche fuoriuscite minori (dai 42 galloni in su).

Ogni anno, affermano gli scienziati, tra il 2 e il 16% dei pozzi di “fracking” registrano fuoriuscite. Il “fracking” (o fratturazione idraulica) consiste nell' “iniezione” di enormi volumi di acqua, sabbia e sostanze chimiche nel sottosuolo per fratturare le rocce – per effetto della pressione – ed estrarre così petrolio e gas.

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