Scienza

Il sistema immunitario si fortifica grazie alla stimolazione dei batteri della pelle

BatteriI microbi che abbiamo comunemente sulla pelle tendono a respingere le infezioni. A dirlo è uno studio del National Institute of Allergy and Infectious Disease di Bethesda, pubblicato su ‘Science’.

Le comunità batteriche della pelle possono aumentare l’immunità e respingere l’infezione, in base a questo nuovo studio condotto sui topi. Solitamente, la maggior parte degli articoli scientifici, fra le migliaia di miliardi di batteri che colonizzano il nostro corpi, il cosiddetto ‘microbiotà, si è concentrata finora sui batteri che vivono nell’intestino.

Tuttavia, quasi tutte le parti del nostro corpo sono abitate da batteri, compresa la pelle e finora Gli scienziati non hanno avuto ben chiaro l’impatto di questi microbi, apparentemente benigni, sulla nostra salute.

Shruti Naik e colleghi hanno mostrato che i batteri della pelle, come lo Staphylococcus epidermidis, guidano lo sviluppo delle cellule immunitarie nella pelle dei topi.

Inoltre, i batteri della pelle promuovono una risposta immunitaria protettiva contro le infezioni del parassita ‘Leishmania major’.

Ricostruito il genoma mitocondriale partendo da frammenti di sequenze genomiche

DNAMessa a punto dall’Istituto di biomembrane e bioenergetica del Cnr un’innovativa metodologia che consente di interpretare e ricostruire l’intero Dna mitocondriale a partire dai dati prodotti dal sequenziamento dei geni umani presenti nei cromosomi nucleari. Si apre un nuovo orizzonte nello studio delle malattie genetiche. I risultati sono stati pubblicati su Nature Methods

Partendo da frammenti di sequenze genomiche prodotte per tutt’altro scopo, è possibile recuperare le informazioni necessarie a ricostruire in maniera pressoché completa il genoma mitocondriale, ovvero il Dna di quegli organelli che rappresentano la ‘centrale energetica’ delle cellule e che hanno un patrimonio genetico indipendente da quello nucleare racchiuso nei cromosomi.

L’innovativa metodica bioinformatica è stata messa a punto da Ernesto Picardi e Graziano Pesole, rispettivamente ricercatore e direttore dell’Istituto di biomembrane e bioenergetica del Consiglio nazionale delle ricerche (Ibbe-Cnr) e docenti di Biologia molecolare del dipartimento di Bioscienze, biotecnologie e scienze farmacologiche dell’Università di Bari. I risultati sono pubblicati sulla rivista Nature Methods.

Il design italiano soccorso dal sincrotrone

Sincrotrone di GrenobleGrazie a una sofisticata tecnica a infrarosso un team di ricerca internazionale guidato dal Cnr ha studiato all’Esrf di Grenoble alcuni modelli di lampade della collezione del Triennale Design Museum di Milano. Obiettivo, mettere a punto un trattamento preventivo o curativo per salvare queste opere d’arte dal degrado

Molte materie plastiche con il passare degli anni e sotto l’effetto combinato della luce solare, del calore e delle azioni meccaniche vanno incontro a un lento deterioramento. È stato questo anche il destino delle famose lampade Taraxacum e Fantasma degli anni ’60, oggetti pregiati per collezionisti e musei, progettati da rinomati designers come Achille e Pier Giacomo Castiglioni.

Per capire come si origina questo processo di degrado e per contrastarlo, un’équipe internazionale di scienziati coordinata da Austin Nevin dell’Istituto di fotonica e nanotecnologie del Consiglio nazionale delle ricerche (Ifc-Cnr) ha analizzato alcuni modelli della collezione del Triennale Design Museum di Milano.

L’esperimento è stato condotto all’Esrf (European Synchrotron Radiation Facility) di Grenoble, in Francia, in collaborazione con il Laboratorio materiali e metodi per il patrimonio culturale del Dipartimento di chimica, materiali e ingegneria chimica 'Giulio Natta' del Politecnico di Milano, guidato da Lucia Toniolo, responsabile del gruppo di ricerca Midar, per lo studio dei materiali e delle superfici del patrimonio culturale (http://midar.chem.polimi.it).

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