Immigrazione

La Svizzera dice no all'immigrazione di massa

La Svizzera deve limitare l'immigrazione, secondo il 50,3% della popolazione; una bocciatura per la libera circolazione delle persone

L’immigrazione senza freni, anche se proviene dai paesi dell’Unione Europea, non piace alla maggioranza degli svizzeri, che chiede di contingentare i permessi di dimora e di dare la preferenza ai residenti sul mercato del lavoro.

Gli argomenti dell’UDC hanno convinto il 50,34% di quanti si sono recati alle urne, al termine di un testa a testa che ha tenuto con il fiato sospeso il paese e che l’ha spaccato in due: contrari al testo i cantoni urbani e quelli romandi, favorevoli Ticino (dove si è registrato il risultato più netto), Grigioni e le regioni rurali della Svizzera tedesca. L'iniziativa democentrista alla fine l'ha spuntata per sole 19'500 schede.

I favorevoli alla proposta avevano fatto leva sull’insostenibile aumento della popolazione nazionale (che cresce al ritmo dell’1% annuo) e sui suoi effetti in termini di disoccupazione, pressione sui salari, traffico, sovraffollamento dei mezzi di trasporto, criminalità e abusi nelle assicurazioni sociali.

I contrari paventavano invece gli effetti del “sì” sull’economia, per le difficoltà che potrebbe incontrare nel reclutare manodopera e nelle esportazioni, perché l’esito delle urne rimetterà in discussione l’applicazione non solo della libera circolazione ma di tutti gli accordi bilaterali conclusi con l’Unione Europea.

Viviane Reding: elettori svizzeri attenti a come votate il 9 febbraio

La commissaria europea Viviane Reding non ha trovato niente di meglio che minacciare il popolo svizzero. Nel caso in cui accettassimo, zoticoni che non siamo altro, l'iniziativa contro l'immigrazione di massa, dovremmo aspettarci conseguenze molto serie.

La signora spiega che non ci sarà nessun negoziato se la Svizzera voterà SI il 9 febbraio; che se vogliamo l'accesso al mercato interno UE, dobbiamo accettare anche le altre libertà e che, se non smettiamo subito, viene qui, ci tira giù i pantaloni e ci picchia con il battipanni.

La scienziata in questione probabilmente non si rende conto che un'intervista del genere vale almeno diecimila manifesti dell'UdC. Né che è difficile immaginare un suo collega commissario europeo usar egli stessi toni, per esempio, con il Regno Unito che, da sempre, fa più o meno quello che vuole pur essendo parte dell'UE.

Il famigerato progetto di unificazione europea di Richard Coudenhove Kalergi

Addio EuropaL’immigrazione di massa è un fenomeno le cui cause sono tutt’oggi abilmente celate dal Sistema e che la propaganda multietnica si sforza falsamente di rappresentare come inevitabile.

Con questo articolo intendiamo dimostrare una volta per tutte che non si tratta di un fenomeno spontaneo.

Ciò che si vorrebbe far apparire come un frutto ineluttabile della storia è in realtà un piano studiato a tavolino e preparato da decenni per distruggere completamente il volto del Vecchio continente.

LA PANEUROPA

Pochi sanno che uno dei principali ideatori del processo d’integrazione europea fu anche colui che pianificò il genocidio programmato dei popoli europei. Si tratta di un oscuro personaggio di cui la massa ignora l’esistenza, ma che i potenti considerano come il padre fondatore dell’Unione Europea. Il suo nome è Richard Coudenhove Kalergi. Egli muovendosi dietro le quinte, lontano dai riflettori, riuscì ad attrarre nelle sue trame i più importanti capi di stato, che si fecero sostenitori e promotori del suo progetto di unificazione europea. (1)

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