Economia

Che differenza c'è tra i falsari napoletani e quelli della B.C.E.

TotòMolti, di recente, avranno sentito parlare di Giugliano, paese in provincia di Napoli, passato alle cronache come la patria dei migliori "falsari" d'Europa, poichè il 60% di tutte le banconote in euro false che circolano nell'Unione Europea vengono create proprio da stamperie clandestine site in questo paese.

I falsari di Giugliano sono ormai etichettati come "Napoli Group", con una logica aziendale ben definita:

1) il finanziatore della stamperia, che poi è anche il committente. Di solito un personaggio minore dei clan della Camorra, che si occupa di trovare una macchina tipografica offset di seconda mano (quelle nuove a quattro colori costano anche 500 mila euro), la filigrana, gli inchiostri, gli altri strumenti.

2) il tipografo, addetto alla produzione.

3) il distributore, ovvero l'uomo di fiducia del committente, colui che ha il compito di organizzare un deposito, rigorosamente lontano dalla stamperia, e di tenere i contatti con i clienti.

Il distributore "vende", o per meglio dire "spaccia", gli euro falsi ai suoi clienti (malavitosi o commercianti) al prezzo del 10% del valore nominale (la cifra sulla banconota).

I cittadini italiani devono spendere di più per curarsi

StarnutoSecondo uno studio del Censis la spesa pubblica è sempre meno adeguata, dopo i tagli al settore della Sanità.

I cittadini pertanto devono rivolgersi al settore privato... dove i costi sono sensibilmente maggiori. Rispetto al 2007-2010 risulta che i cittadini italiani spendono circa l'8% in più in visite e medicinali.

La ricerca è stata eseguita nell'ambito delle attività del Forum per la Ricerca Biomedica ed è presentata a Roma da Carla Collicelli e Giuseppe De Rita, rispettivamente vicedirettore e presidente del Censis.

“È stimato in 17 miliardi di euro nel 2015 il gap totale cumulato tra le risorse di cui ci sarebbe bisogno per coprire i bisogni sanitari dei cittadini e i soldi pubblici che presumibilmente il Servizio sanitario nazionale (SSN) avrà a disposizione”.

Quindi tra la necessità e la quantità disponibile avremo una differenza di ben 17 miliardi di euro!

Questo significa che saranno ancora gli ammalati a farne le spese... dovranno ancora mettere mano ai propri risparmi.

Ecco i più grandi produttori di armi al mondo. L'Italia è all'ottavo posto

Aerei militariL’Istituto Internazionale di Ricerche sulla Pace di Stoccolma (SIPRI), un istituto di ricerca sui conflitti, il controllo delle armi e il disarmo, ha indicato per il 2010 la Lockeed Martin come il più grande fornitore di armi al mondo, con vendite che ammontano a 35,7 miliardi di dollari.

Nell’annuario 2012 del SIPRI (pdf) sulla base dei dati del 2010, tra le prime 10 società soltanto tre non sono statunitensi – la britannica BAE Systems (2° con 32,9 miliardi di dollari), l’europea EADS (7° con 16,4 miliardi) e l’italiana Finmeccanica (8° con 14,4 miliardi).

Otto società russe sono riuscite a rientrare tra le prime 100, tra cui la Almaz-Antei (20°, quasi 4 miliardi di dollari), la United Aircraft Corp. (21°con 3,4 miliardi), la Russian Helicopters (47° con 19 miliardi) e altre.

In un comunicato stampa, il SIPRI ha dichiarato che “le vendite complessive di armi (comprese le vendite di servizi militari) delle 100 società della classifica hanno conservato nel 2010 la loro tendenza al rialzo, anche se in realtà dell'1%. L’aumento è stato molto inferiore rispetto al 2009.”

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