Viviane Reding: elettori svizzeri attenti a come votate il 9 febbraio

La commissaria europea Viviane Reding non ha trovato niente di meglio che minacciare il popolo svizzero. Nel caso in cui accettassimo, zoticoni che non siamo altro, l'iniziativa contro l'immigrazione di massa, dovremmo aspettarci conseguenze molto serie.

La signora spiega che non ci sarà nessun negoziato se la Svizzera voterà SI il 9 febbraio; che se vogliamo l'accesso al mercato interno UE, dobbiamo accettare anche le altre libertà e che, se non smettiamo subito, viene qui, ci tira giù i pantaloni e ci picchia con il battipanni.

La scienziata in questione probabilmente non si rende conto che un'intervista del genere vale almeno diecimila manifesti dell'UdC. Né che è difficile immaginare un suo collega commissario europeo usar egli stessi toni, per esempio, con il Regno Unito che, da sempre, fa più o meno quello che vuole pur essendo parte dell'UE.

Infine, come verrebbe giudicato, in qualsiasi paese dell'UE, un politico che minacciasse gli elettori? Immagino che in parecchi paesi sia probabilmente illegale.

Con la Svizzera invece ci si permette anche questo.

Possibile che una commissaria, delegata dal potente stato del Lussemburgo, si possa permettere questi toni con noi?

Nel passato abbiamo abbassato troppo le braghe di fronte a questi burocrati non eletti da nessuno. Smettiamola subito, prima che vengano a dirci a che ora dobbiamo alzarci la mattina e andare a letto la sera.

Ho già votato SI. Se si potesse, dopo questa ennesima prova di arroganza, ri-voterei.

Autore: Sergio Savoia