Pacifico affollato da uragani e tempeste molto potenti

Oceano PacificoCome previsto l’estate del 2014 si sta rilevando una stagione molto cattiva per i cicloni tropicali che si formano sul Pacifico orientale. Del resto, le elevatissime temperature superficiali del Pacifico orientale, indotte dal fenomeno di “El Nino”, stanno fungendo da innesco per la formazione di cicloni tropicali molto potenti.

Grazie all’elevato posizionamento dell’ITCZ lungo il Pacifico orientale si stanno delineando le condizioni meteo/climatiche ideali per lo sviluppo di tempeste tropicali o uragani, anche intensi, capaci di toccare la 4^ categoria Saffir-Simpson.

Il considerevole sollevamento verso nord dell’ITCZ sta contribuendo a rinforzare il flusso monsonico davanti le coste dell’America centrale, con l’attivazione di una moderata ventilazione meridionale che si propaga fino agli 7° – 8° di latitudine nord. Questi sostenuti venti meridionali sono collegati al flusso dell’Aliseo di SE (attivo nell’emisfero australe), che dopo aver oltrepassato la linea dell’equatore, a causa dell’innalzamento di latitudine dell’ITCZ, irrompe sull’emisfero boreale, con una ventilazione da Sud e S-SO, che sale di latitudine (fino ai 10° di latitudine nord), piegando più da SO, e tende ad interagire e a convergere con le correnti orientali, legate all’Aliseo di NE (sull’emisfero boreale), in uscita dalle alture dell’America centrale.

L’interazione fra gli Alisei dei due emisferi sta agevolando lo sviluppo di importanti moti rotatori nei bassi strati, che chiudendosi nei bassi strati e strutturandosi anche alle quote superiori della troposfera, davanti le coste centrali americane, si associano all’intensa attività convettiva che caratterizza l’ITCZ, evolvendosi successivamente in vere e proprie circolazioni depressionaria tropicali, capaci di trasformarsi in depressioni o tempeste tropicali, anche di grosse dimensioni. L’attivazione del noto processo di “autoalimentazione”, in presenza di un “Wind Shear” molto debole, sopra acqua molto calde, prossime ai +29°C +30°C, rappresenteranno gli ingredienti favorevoli per la nascita di uragani molto intensi, e per questo altamente pericolosi per le prospicienti coste pacifiche centroamericane.

In questi giorni un nuovo ciclone tropicale, denominato “Marie”, si sta sviluppano a largo delle coste del Messico meridionale. La tempesta, nei giorni scorsi, passando sopra un vasto tratto di acque superficiali molto calde, a largo dello coste meridionali messicane, si è rapidamente rafforzata, divenendo un potente uragano di 1^ categoria sulla scala Saffir-Simpson, con una pressione centrale scesa sotto i 988 hpa e venti davvero forti, che hanno raggiunto una velocità media sostenuta di ben 120-130 km/h. Nelle prossime 24-36 ore l’uragano si muoverà verso nord-ovest, passando temporaneamente sopra un ambiente umidissimo e acque superficiali piuttosto calde e ricche calore latente, che determineranno una rapida intensificazione della tempesta che entro la serata di domani potrebbe raggiungere la 3^ categoria della Saffir-Simpson.

Fortunatamente “Marie” scaricherà tutta la sua furia distruttiva in mezzo all’oceano Pacifico, a largo delle coste messicane, dove si scateneranno furibonde tempeste di vento che solleveranno imponenti ondate di “mare vivo” che raggiungeranno picchi di oltre gli 8 metri, ma con “Run-Up” anche superiori a pochi di chilometri dal passaggio dell’occhio centrale del potente ciclone tropicale. Questo moto ondoso creato dai violenti “venti di sbarramento”, che ruotano a grandissima velocità attorno il profondissimo minimo barico centrale, sarà molto confuso, con la formazione di grandi onde provenienti da più direzioni che possono rappresentare una minaccia per le navi di piccola e media stazza in navigazione nel tratto di oceano prossimo all’area perturbata.

Questo tipo di moto ondoso, piuttosto confuso, è tipico dentro i cicloni tropicali, dato l’andamento molto turbolento dei venti ciclonici e la considerevole forza centrifuga che caratterizza il ciclone, il quale presenta un potentissimo “gradiente barico orizzontale” molto ristretto che rende i venti ancora più furiosi. Ma continuando a spingersi verso nord-ovest, su acque superficiali sempre più fredde a largo della Baja California, il ciclone tropicale, da lunedì, dovrebbe incontrare un “Wind Shear” in quota sempre più intenso, cominciando gradualmente a perdere vigore, indebolendosi rapidamente, dalla 2^ categoria allo stadio di ciclone tropicale di 1^ categoria Saffir-Simpson.

Entro l’inizio della prossima settimana “Marie” con ogni probabilità, verrà declassata in una tempesta tropicale che continuando il suo movimento in direzione nord-ovest, si troverà di fronte un temibile nemico per tutti i cicloni tropicali, le fredde acque trasportate dalla “corrente marina di California”. Non destano alcuna le preoccupazione le altre tempeste presenti sul Pacifico orientale. La tropical storm “Lowell”, spingendosi verso ovest-nord/ovest, oltre i 25° di latitudine nord, si muoverà su acque superficiali un po’ più fredde che indeboliranno sensibilmente la tempesta, riducendola in una semplice depressione tropicale in movimento verso il Pacifico centrale. Stessa sorte toccherà all’uragano “Karina”, che entro domani perderà forza, venendo rapidamente declassato in tropical storm che migrerà lungo il Pacifico centro-orientale, tenendosi a debita distanza dalle coste dell’America centrale.

Autore: Daniele Ingemi / Fonte: meteoweb.eu